Edizione riveduta e ampliata, 2004 (5a edizione). Collana Scienze e Salute Teorie. 23 €
Con un saggio di Mahfoud Boucebci.
Roberto BENEDUCE, psichiatra e psicoterapeuta, ha conseguito un dottorato Anthropologie Sociale et Ethnologie pressa l’EHESS, sotto la direzione di Marc Auge. Attualmente insegna Antropologia Culturale e Antropologia Psicologica all’Università di Torino. Svolge dal 1988 ricerche sui sistemi di cura tradizionali (in Mali, fra i Dogon, e in Camerun, fra i Bulu) ; è stato inoitre consulente per l’UNICEF (fra il ’94 e il ’97) in Eritrea e Etiopia, in un progetto sull’infanzia e le cons-eguenze della guerra ; per l’OMS ha lavorato in Albania durante la crise del Kossovo. In Mozambico ha partecipato ad un programma dell’UNOPS rivolto a sostenere le risorse di cura locale e a combattere l’esclusione sociale ; da qualche armo collabora a un gruppo di ricerca internazionale sulla violenza e i crimini di massa. A Torino, dove da anni si occupa degli aspetti connessi alla migrazione, ha fondato e diretto il Centro Frantz Fanon. Fra i suoi lavori, « Transe e possessione in Africa. Corpi, mimesi, storia » (Torino, 2002).
Le frontiere simboliche, temporali o geografiche che scandiscono la nostra esistenza trovano nell’esperienza di immigrati e rifugiati la low più esemplare e talvolta dolorosa testimonianza. Nell’attraversarle, identité individuali e collettive si affrontano, si riconoscono e si trasformano, memorie comuni vengono disperse e ricostruite. Queste vicende possono diventare teatro di eventi che assumono rilevanza clinica l’etnopsichiatria è la disciplina che ne esplora significati e ragioni, che cerca di scoprire i linguaggi di una cura rispettosa delle differenze culturale e da queste differenze trae altrettante risorse terapeutiche. La sua pratica, rivolta in primo luogo a ritessere legami recisi, promuove oggi anche un ripensamento critico delle categorie diagnostiche e delle tecniche della psichiatria e della psicoterapia occidentale : in particolare di quelle che sono state elaborate per comprendere le vicissitudini psicologiche degli immigrati. Nel disegnare il proprio domino di strategie teoriche e cliniche, nell’approfondire la conoscenza di altri universi della malattia e della cura, l’etnopsichiatria abita la zona di confine di saperi e problemi eterogenei e costruisce pond di mediazione situandosi nel vivo di un paesaggio sociale quanto mai aspro e frammentato. Quella che in questo volume viene disegnata, è pertanto un’etno- psichiatriu della memoria e del presente, un’etnopsichiatria del ment) e dei contraddittori processi di in imesi sociale. I suoi destinatari sono quanti, a diverso titolo (clinici, psicologi, psichiatri, studenti o ricercatori, mediatori cultuiali), s’interrogano sui profile individuali e sociali della migrazione e sulle dimensioni antropologiche della cura e della salute.
Per l’ampiezza dei riferirnenti bibliografici e il costante rinvio alle question proprie della clinica e della psicoterapia degli immigrati, per le numerose incursions fra le ricerche etnografiche e l’espiorazione critica di molte delle categorie della psichiatria culturale, questo volume rappresenta un contributo alla costruzione di un vero e proprio manuale di etnopsichiatria della migrazione.